giovedì 2 gennaio 2014

Racconti e romanzi "a base di" carillon

Libri e racconti ispirati o costruiti intorno a un magico oggetto come il carillon:

Rita Romano, Carillon
"Cominciò a ritornarle in mente quel motivo. Era il suono di un vecchio carillon, glielo avevo regalato suo padre da bambina.
C’era una ballerina al centro, e la musica era triste, ma dolce. Non sapeva né chi fosse l’autore, né come si chiamasse, non l’aveva mai scoperto. Era soltanto la sua canzone.
Le era entrata in testa di propotenza quell’immagine: lei seduta sul tavolo, con le gambe penzoloni, il suono del carillon, la ballerina che gira."


Donato Cutolo, Carillon
Met e Kate vivono a Bloom Alia. Sono due solitari, provati dagli eventi. La loro dignità – come spesso accade a chi ha vissuto certi traumi – è una specie di scorza, una linea scura che ne distingue la sagoma e la stacca dallo sfondo, così che la vediamo meglio. Navigano come scialuppe in un bar vicino al porto, ogni tanto attraccano a un tavolino. Mai vicini, anzi, lontani e quasi sempre di spalle. Questa è la storia del loro incontro.
Un incontro magico e imprevedibile.
Come il raffinato congegno di questo carillon.

"Mia nonna aveva un carillon.
Era un oggetto tutto sommato banale, la cui forma ricordava forse un carretto o una semplice scatoletta, era di metallo dorato e possedeva una levetta per caricarlo a mano.
Il carillon suonava la musica più triste che io abbia mai sentito. Ti ipnotizzava, ma spezzava il cuore. Da bambina ogni volta che riuscivo a eludere la sorveglianza degli adulti scappavo in camera dei nonni e mi mettevo ad ascoltare il carillon."

Ann Talbot si rifiuta di credere alle terribili accuse rivolte contro il padre immigrato. Il governo sostiene che era un Nazista, criminale di guerra, colpevole di atti di violenza e crudeltà inimmaginabili. Come avvocato, Ann deve difendere il padre con ogni mezzo legale possibile. Come figlia, deve stare accanto a suo padre nonostante l'opinione pubblica. Ma come essere umano, deve aprire il suo cuore alle più oscure e spaventose possibilità della natura umana.

"Alberto era fermo all'angolo della strada con un piede appoggiato sulla ruota di un'auto di grossa cilindrata. Anelli di fumo erano partoriti dalla sigaretta che teneva stretta fra le labbra mentre osservava con interesse i giovani che uscivano dall'università di fronte. La tipa che cercava non aveva ancora varcato il grande cancello in ferro battuto. Alcune ragazze gli passarono davanti guardandolo con interesse. Mostrarono ciglia sfarfallanti e un sorriso invitante sui loro volti graziosi, ma lui non vi badò, perché proprio in quel momento una figura slanciata ed elegante, fasciata in un paio di aderenti jeans a vita bassa e una maglia attillata che attirava più di uno sguardo, emerse dalla folla con lo zaino in spalla."

Uno, due, tre... Tre giri di chiave e la dolce melodia del carillon accompagna Juliette in un viaggio a ritroso nel tempo. Un'adolescente con la passione per la danza, come ce ne sono tante, ma la classe, la tenacia e la determinazione sono fuori dall'ordinario: Juliette supera brillantemente gli esami per accedere all'Accademia di danza e decide di iscriversi anche all'Università. La sua è una vita di sacrifici ma anche di grandi soddisfazioni, coronata dall'incontro con Sebastian... ma il destino non sempre è benevolo e il profondo legame che unisce i due viene spezzato troppo presto. Juliette continua a vivere nel ricordo di un amore perfetto e affronta gli ultimi passi del suo cammino al dolce suono del caro, vecchio carillon.


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