giovedì 9 gennaio 2014

Mappa concettuale

I vari ingranaggi che hanno mosso la nostra ricerca sul carillon riassunti in una mappa concettuale:



Il pensiero dietro la musica

Il carillon con note leggere e melodie sognanti ha cullato la fantasia e il riposo dei bambini per generazioni. Forse è stata proprio la nostalgia per quel mondo d’infanzia e spensieratezza che ci ha guidati nella scelta di quest’oggetto come protagonista della nostra ricerca.

La scomposizione del carillon, in primo luogo, ci è sembrata un passo fondamentale per comprendere al meglio le funzioni di ogni componente e capire il contesto in cui si colloca lo strumento, alla luce della storia e delle innovazioni che ha subito. Per individuare gli ambiti e i campi su cui espandere la nostra ricerca ci siamo serviti, invece, di un elenco, nel nostro caso alfabetico, riguardante i più disparati argomenti collegabili al carillon. Il più immediato è stato la storia, che ci ha portati dalle campane, le antenate, attraverso i costruttori artigiani di questi piccoli-grandi gioielli che sono diventati, nell’era moderna, esempi di lusso e design, per abbandonare, infine, le tradizioni occidentali e spostarci nell’antica Cina e nell’Impero del Sol Levante. Musica, cinema, letteratura, grafica sono tutte discipline artistiche in cui abbiamo individuato collegamenti con il carillon, sia per la delicatezza della melodia che per la solennità e unicità del meccanismo che lo caratterizza.
Grazie ai cartoni animati, alle ninna nanne e ai racconti dei genitori, i bambini sono sempre i più affascinati da questo piccolo "cantastorie", anche se la magia, la nostalgia e la familiarità che ogni nota risveglia, non mancheranno di commuovere il cuore di chiunque vi presti ascolto.



To be continued...

martedì 7 gennaio 2014

Fūrin - Il carillon del vento


Il termine fūrin composto da "hū" (vento) e "rin" (campana) assume in italiano il significato di "campanella al vento" (la pronuncia è "fuurin"). In origine proveniente dalla tradizione cinese, il fūrin è stato introdotto in Giappone ormai da secoli, tanto che se ne riporta traccia in ogni genere di opera artistica e fonte storica. Il monaco buddista Honen Shonin di Kamakura lo definì "tesoro nazionale", per il suo supposto potere benefico, mentre almeno fin dal periodo Muromachi (1333-1568) il suono gradevole del fūrin viene associato con l'estate.

Il fūrin è tradizionalmente costituito da un involucro tondeggiante, solitamente di ghisa, da cui pendono uno o più tubicini che, al soffiare del vento, producono lo scampanellio molto caratteristico della terra nipponica. Dai tubicini, inoltre, pende una strisciolina di carta, solitamente realizzata in carta di riso, ma anche in altri tessuti. Sopra di essa sono raffigurati paesaggi, oggetti, frasi o scritte di diverso genere che richiamano dei particolari legati alla tradizione giapponese. Di realizzazione artigianale, i fūrin sono solitamente pezzi unici, nonostante oggigiorno se ne producono anche in serie.


Nei mesi estivi, la stagione più calda ed umida in Giappone, i fūrin vengono appesi e lasciati tintinnare al vento in tutta la nazione, producendo un suono che pervade le campagne ed i centri più piccoli, ma anche le metropoli, grazie al forte attaccamento dei Giapponesi nei confronti delle loro tradizioni popolari più intime ed identificative. Si ritiene tradizionalmente che i fūrin, da una parte, rendano il caldo afoso dell'estate meno pesante ed opprimente, grazie al tintinnio molto delicato, dall'altra che il loro suono tenga lontani gli spiriti maligni dai luoghi abitati.


domenica 5 gennaio 2014

Il carillon cinese

Il carillon di campane è un importante strumento a percussione dell’antica Cina. Nell’antichità, in ogni città cinese esisteva una torre della campana ed ogni mattina e sera una persona apposita suonava la campana per annunciare il tempo. Ancora oggi, a Pechino, alla vigilia del capodanno, si percuote la grande campana di Yongle della dinastia Ming, considerata la regina delle antiche campane, per salutare con il suo maestoso rintocco l’anno nuovo e augurare pace e felicità.

campana di Yongle

sabato 4 gennaio 2014

Reuge, un marchio per il lusso

Oggi, Reuge è l'unico vero maestro della musica meccanica, un'Arte che Reuge ha risolutamente guidato nel 21 ° secolo.
Quando è stato sviluppato il lettore mp3, la passione per il lusso e gli oggetti meccanici è rimasta intatta. In definitiva, è stato il design moderno a essere la fonte della loro rinnovata prospettiva di vita. La filosofia di Reuge si può riassumere in poche parole:
tradizione - qualità - esclusività - modernità - creatività


La sfida ambiziosa di Reuge è quella di spingere il carillon di nuovo sotto i riflettori con lussuose doti musicali esclusive.

Reuge carillon

I carillon di Chiara De Maria

L’oggetto si compone di due carillon preparati, in ognuno dei quali scorre un nastro di carta – la partitura. De Maria ha creato un a apposita partitura su nastro di carta il cui testo consiste in un’intervista rilasciata da John Cage. Il primo nastro contiente le domande, il secondo le risposte. Uniti insieme costituiscono un anello, un loop programmato che fornisce le istruzioni per la sonorizzazione dell’oggetto. I due carillon leggono infatti il nastro in corrispondenza dei buchi, scelti e forati da Chiara secondo un disegno preciso…che però vuole mantenere segreto!

Carillon di Chiara De Maria

Oggetti tra le righe: Philip Pullman - La lama sottile


giovedì 2 gennaio 2014

Racconti e romanzi "a base di" carillon

Libri e racconti ispirati o costruiti intorno a un magico oggetto come il carillon:

Rita Romano, Carillon
"Cominciò a ritornarle in mente quel motivo. Era il suono di un vecchio carillon, glielo avevo regalato suo padre da bambina.
C’era una ballerina al centro, e la musica era triste, ma dolce. Non sapeva né chi fosse l’autore, né come si chiamasse, non l’aveva mai scoperto. Era soltanto la sua canzone.
Le era entrata in testa di propotenza quell’immagine: lei seduta sul tavolo, con le gambe penzoloni, il suono del carillon, la ballerina che gira."


Donato Cutolo, Carillon
Met e Kate vivono a Bloom Alia. Sono due solitari, provati dagli eventi. La loro dignità – come spesso accade a chi ha vissuto certi traumi – è una specie di scorza, una linea scura che ne distingue la sagoma e la stacca dallo sfondo, così che la vediamo meglio. Navigano come scialuppe in un bar vicino al porto, ogni tanto attraccano a un tavolino. Mai vicini, anzi, lontani e quasi sempre di spalle. Questa è la storia del loro incontro.
Un incontro magico e imprevedibile.
Come il raffinato congegno di questo carillon.

"Mia nonna aveva un carillon.
Era un oggetto tutto sommato banale, la cui forma ricordava forse un carretto o una semplice scatoletta, era di metallo dorato e possedeva una levetta per caricarlo a mano.
Il carillon suonava la musica più triste che io abbia mai sentito. Ti ipnotizzava, ma spezzava il cuore. Da bambina ogni volta che riuscivo a eludere la sorveglianza degli adulti scappavo in camera dei nonni e mi mettevo ad ascoltare il carillon."

Ann Talbot si rifiuta di credere alle terribili accuse rivolte contro il padre immigrato. Il governo sostiene che era un Nazista, criminale di guerra, colpevole di atti di violenza e crudeltà inimmaginabili. Come avvocato, Ann deve difendere il padre con ogni mezzo legale possibile. Come figlia, deve stare accanto a suo padre nonostante l'opinione pubblica. Ma come essere umano, deve aprire il suo cuore alle più oscure e spaventose possibilità della natura umana.

"Alberto era fermo all'angolo della strada con un piede appoggiato sulla ruota di un'auto di grossa cilindrata. Anelli di fumo erano partoriti dalla sigaretta che teneva stretta fra le labbra mentre osservava con interesse i giovani che uscivano dall'università di fronte. La tipa che cercava non aveva ancora varcato il grande cancello in ferro battuto. Alcune ragazze gli passarono davanti guardandolo con interesse. Mostrarono ciglia sfarfallanti e un sorriso invitante sui loro volti graziosi, ma lui non vi badò, perché proprio in quel momento una figura slanciata ed elegante, fasciata in un paio di aderenti jeans a vita bassa e una maglia attillata che attirava più di uno sguardo, emerse dalla folla con lo zaino in spalla."

Uno, due, tre... Tre giri di chiave e la dolce melodia del carillon accompagna Juliette in un viaggio a ritroso nel tempo. Un'adolescente con la passione per la danza, come ce ne sono tante, ma la classe, la tenacia e la determinazione sono fuori dall'ordinario: Juliette supera brillantemente gli esami per accedere all'Accademia di danza e decide di iscriversi anche all'Università. La sua è una vita di sacrifici ma anche di grandi soddisfazioni, coronata dall'incontro con Sebastian... ma il destino non sempre è benevolo e il profondo legame che unisce i due viene spezzato troppo presto. Juliette continua a vivere nel ricordo di un amore perfetto e affronta gli ultimi passi del suo cammino al dolce suono del caro, vecchio carillon.